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A cura del Dott. Alessio Focardi – Provate a immaginare la vostra coscienza come una prateria, uno spazio aperto che vive nella vostra mente. In questo luogo pascolano pensieri, emozioni, sentimenti, sensazioni corporee e altro ancora: sono gli abitanti della vostra psiche, che affollano in ogni istante la vostra coscienza. Questi contenuti sono spesso fuori controllo e si influenzano vicendevolmente. Un pensiero negativo può far insorgere una brutta emozione, che a sua volta può far emergere una sensazione corporea sgradevole, come ad esempio un mal di pancia, oppure un dolore al petto. Questo avviene perché noi diventiamo ciò che entra nella “prateria”: se ci lasciamo prendere da un sentimento rabbioso diventiamo rabbia; se ci facciamo trasportare da un sentimento negativo la nostra mente diventerà preda di quel tipo di tonalità psichica. Per questo motivo, imparare a gestire i contenuti psichici che invadono la nostra prateria-coscienza è di fondamentale importanza.

La meditazione è innanzitutto presenza mentale, ed essere presente mentalmente significa non essere in balia di pensieri, emozioni o sensazioni che irrompono senza permesso nella prateria della nostra coscienza. La presenza mentale induce uno stato di quiete e rilassatezza, ma è dissimile da quello del dormiveglia, poiché la mente rimane vigile. La meditazione non ci fa evadere dalla realtà, bensì ci consente di andarle incontro con una maggiore consapevolezza. Questo è uno dei motivi che rende la meditazione uno strumento integrabile al percorso psicoterapeutico, poiché capacità di osservazione e consapevolezza dei propri contenuti interni stanno alla base di una buona terapia.
Esistono differenti tipologie di meditazione, che possono risultare utili al processo terapeutico:
– Ricettiva: è una meditazione di ascolto, l’obiettivo è quello di perseguire il vuoto interiore, per donare respiro alla mente e favorire le intuizioni.
– Riflessiva: serve ad affinare lo strumento del pensiero, ad addestrare la concentrazione, consiste nell’approfondire un concetto.
– Creativa: consiste nel creare un’immagine ideale di noi stessi e fissarla nella nostra mente.
La meditazione agisce in maniera positiva sia a livello fisico che psicologico. Le neuro-scienze hanno dimostrato che lascia tracce evidenti sulla densità della materia grigia nell’ippocampo (una zona del cervello deputata all’apprendimento e alla memoria) e agisce in modo favorevole sull’amigdala (una parte del cervello che gestisce le emozioni), affievolendo i livelli di ansia e di stress. Le ricerche hanno inoltre dimostrato che risulta essere efficace nella cura di malattie quali il disturbo d’ansia, gli attacchi di panico, il disturbo ossessivo compulsivo, il disturbo post traumatico da stress e la depressione. Aumenta il livello di lucidità del pensiero e la capacità di concentrazione.
Migliora le attività cognitive, dell’apprendimento, della creatività e dell’intuizione. Riduce la carica del sistema nervoso simpatico e migliora l’azione del sistema nervoso parasimpatico (il quale ha una funzione legata al rilassamento), poiché fa diminuire la frequenza del respiro, l’ipertensione sanguigna e il battito del cuore, prevenendo o migliorando lo stato delle malattie cardiache in generale. Infine, la meditazione riduce lo stress, facilitando l’aumento degli ormoni del benessere, quali l’endorfina, la serotonina, la dopamina, l’ossitocina: tutti ormoni che producono nell’essere umano delle sensazioni fisiche piacevoli e rilassanti, che ottengono il risultato di migliorare il livello dell’umore.