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Intervista a cura della redazione al Dott. Fabio Quercioli – L’aumento del seno è ormai da anni ai vertici della classifica degli interventi più richiesti.
Anche nel nostro paese sono decine di migliaia le donne che ogni anno scelgono la mastoplastica additiva, le più giovani per coronare il sogno di un corpo più femminile e seducente, le donne più mature per ritrovare le forme perdute a causa del tempo che passa e delle gravidanze. L’attuale tendenza della chirurgia estetica è la ricerca di tecniche sempre meno invasive e risultati naturali. Abbiamo chiesto al Dott. Fabio Quercioli, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica a Firenze, di parlarci dello stato dell’arte della chirurgia estetica del seno, spiegando i tratti innovativi più importanti degli interventi di oggi.

Dott. Quercioli, cosa deve aspettarsi oggi una paziente che sceglie di sottoporsi all’aumento chirurgico del seno?
“L’intervento di mastoplastica additiva si effettua attualmente con tecniche molto evolute, anche l’anestesia, che si solito per questo intervento è generale, con mascherina laringea,  è molto più leggera rispetto al passato e non provoca al risveglio le spiacevoli sensazioni a cui un tempo eravamo abituati. Nella mia esperienza l’intervento in sé dura mediamente non più di un’ora”.

Con quale procedura effettua l’intervento?
“Di solito pratico l’incisione per inserire la protesi mammaria nella zona periareolare oppure nel solco sottomammario, le indicazioni per l’inserimento dalla regione ascellare sono rare. Incidendo intorno all’areola si ottiene il vantaggio di una cicatrice molto ben dissimulata dalla variazione cromatica che c’è rispetto alla cute circostante, ma non sempre la paziente gradisce o ha i requisiti adatti; l’incisione nel solco sottomammario è un’ottima alternativa, tenendo conto che anche in questo caso le cicatrici sono molto discrete, sottili e nascoste dalla piega naturale del seno o dalla biancheria intima”.

Come si posizionano gli impianti?
“Accedendo dalle piccole incisioni, come sopra descritto, si crea con precisione e delicatezza lo spazio necessario per la protesi. Di solito impiego la cosiddetta tecnica dual plane che permette di dare alla protesi il sostegno ottimale, con un risultato naturale anche sul piano estetico”.

Le protesi in silicone di oggi sono sicure?
“È importante che la paziente si faccia guidare nella scelta delle protesi dall’esperienza e dalla professionalità del chirurgo plastico che ha scelto, la protesi non influisce solo sull’aspetto estetico che avrà il suo nuovo seno, ma  è prima di tutto un dispositivo che farà parte del suo corpo per il resto della vita. La mia scelta ricade esclusivamente sull’azienda britannica Nagor, che produce impianti di ultima generazione, della migliore qualità, che offrono alla paziente la copertura a vita, nella rara ipotesi di eventi avversi, che permettono di ottenere risultati estetici ottimi e particolarmente naturali”.

Che tempi di convalescenza sono previsti per questo intervento?
“È naturale che nei primi due giorni sia necessario il riposo assoluto, che a volte può essere determinante per una guarigione più rapida e ottimale. Consiglio alle mie pazienti di prendersi una settimana di tranquillità. A un mese dall’intervento si recupera la normale forma fisica, ma attenzione: anche se la nuova forma del seno si può già apprezzare, il risultato dell’intervento può dirsi definitivo dopo sei mesi circa, quando i tessuti hanno recuperato la piena normalità e le cicatrici si sono schiarite e attenuate al massimo”.